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lunedì 29 marzo 2010

I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO





Se il bambino viene criticato,
impara a condannare.
Se vive nell’ostilità,
impara ad aggredire.
Se vive deriso,
impara la timidezza.
Se vive vergognandosi,
impara a sentirsi colpevole.
Se vive trattato con tolleranza,
impara ad essere paziente.
Se vive nell’incoraggiamento,
impara la fiducia.
Se vive nell’approvazione,
impara ad apprezzare.
Se vive nella lealtà,
impara la giustizia.
Se vive con sicurezza,
impara ad avere fede.
Se vive volendosi bene,
impara a trovare amore e amicizia nel mondo.


di Doretj Law Nolte
tradotta dall'inglese dalla Dott.ssa Eva Lewin


domenica 28 marzo 2010

Allattare sdraiate

E’ possibile allattare da sdraiate? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

Oggi cercheremo di rispondere a queste domande:

Allattare da sdraiate può essere molto comodo, soprattutto la notte. Mettendo il bambino vicino a sé, quasi non ci si accorge di essersi svegliati nel cuore della notte, il latte di mamma è un sonnifero naturale, per il bambino e per la mamma stessa, gli ormoni giocano bene, ed entrambi vengono presi da una gran sonnolenza. La posizione, il calore del corpo, il silenzio e il buio della notte fanno il resto e contribuiscono a un dolce riaddormentamento di mamma e cucciolo.

Ma questo meccanismo può essere pericoloso? C’è il pericolo che il bambino, soprattutto un neonatino, possa essere schiacciato?

In condizioni normali questo non avviene, mamma e bambino sono programmati dalla natura per essere in simbiosi tra loro e questo meccanismo fa sì che la mamma sia sempre vigile sul suo piccolo. Addirittura il dormire insieme è una delle forme di prevenzione della SIDS, la morte in culla, poiché il respiro di mamma e bambino, nel sonno vicino, tende a prendere lo stesso ritmo.

Ma questo è sempre vero ? Esistono reali situazioni di pericolo?

Se la mamma assume antidepressivi, alcool, droghe o è fumatrice ( o lo è stata in gravidanza), allora queste condizioni favorevoli tendono a mancare. Meglio evitare il co-sleeping e l’allattamento da sdraiate, proprio perché sussiste il pericolo di addormentarsi.

E se si ha paura del papà?

Se la paura di schiacciare il piccolo è derivata dalla presenza del papà nel lettone, allora è sufficiente spostare il piccolo solo dal lato della mamma e mettere dall’altro lato, una sbarra, degli asciugamani arrotolati o un lettino legato al lettone.
Quest’ultima può essere una buona soluzione per chi non vuole fare co-sleeping ma vuole comunque avere il bambino vicino durante la notte. Se si toglie una sbarra al lettino, questo si può accostare al lettone e si possono legare insieme (se sono della stessa altezza). In questo modo il bambino rimarrà nel suo lettino ma la mamma sarà accanto e potrà allattarlo ad ogni richiesta.

Ma come si allatta sdraiati?

Le condizioni per avere un buon attacco sono sempre le stesse (spiegate ampiamente in questo post).
Non è necessario cambiare fianco, quando si offre l’altro seno, si può tranquillamente rimanere nello stesso lato , ruotando leggermente le spalle.

mercoledì 24 marzo 2010

Il bambino non è un elettrodomestico







Oggi vorremmo condividere con voi i passi di alcuni paragrafi del libro
Il bambino non è un elettrodomestico
di Giuliana Mieli, in cui si parla dell’importanza dell’affettività dell’individuo.









In questo libro ci ha colpito la descrizione quasi poetica di quello che accade durante la gravidanza per una madre, un padre e il loro bambino, la relazione stretta e forte del concepimento, la discesa e l’accoglimento dell’uovo fecondato nell’accogliente utero, luogo adatto entro cui la vita possa esprimersi.







“[]…Durante la gravidanza la natura agisce sulla madre e sul corpo, inducendo in lei il ruolo della nutrice, inoltre i cambiamenti fisici ed emotivi della madre sono il principio per un atteggiamento di cura materno. La gravidanza e il parto sono eventi che ci fanno comprendere l’esistenza dell’uomo.
La natura esprime la cura e la preoccupazione per la nuova vita attraverso la fisicità e l’emotività materna, perché è li che il bambino si forma. Il piccolo umano infatti non si forma nell’utero materno come un budino nello stampo: al contrario è il contenitore materno che gradualmente si dilata ad assumere la forma e a circoscrivere la sagoma del feto che cresce. E’ la mamma infatti che si adatta è un materno che contiene e non comprime. Sarà così anche dopo il parto, la mamma dovrà rinunciare dapprima a molto, se non tutto del proprio spazio e del proprio tempo per riguadagnare la propria autonomi e libertà solo lentamente: tutto questo avverrà nel piacere, se accompagnato dall’emozione straordinaria della maternità.
Dalla parte del bambino, all’interno dell’utero ha tutto quello che ha bisogno, tutto è presente come deve essere, il corpo della mamma da sicurezza, e con il suo appagamento totalizzante, non potremmo spiegarci l’aspirazione umana al raggiungimento della felicità: la cerchiamo perché l’abbiamo provata.
Il papà invece durante la gravidanza non è ancora direttamente, fisicamente implicato nel rapporto con il bambino, con lui comunica in maniera indiretta attraverso la mamma; è lui che funge da riferimento, razionalità e sostegno e che permetterà in seguito la separazione.
Non a caso nel momento del parto la mamma spinge il proprio bambino verso la vita e il papà lo accoglie nelle sue braccia….[]”


lunedì 22 marzo 2010

Alimentazione sana



Abbiamo detto diverse volte che per essere in salute è necessario avere un’alimentazione sana e fare movimento.
Ma cosa si intende per alimentazione sana?
Al giorno d’oggi siamo bombardati di informazioni sull’alimentazione e sulle sostanze che ci dovrebbero far bene.
Tutte queste sostanze hanno certamente effetti benefici ma, se bisogna andar dietro a tutto quello che viene suggerito, si rischierebbe di impazzire.
In realtà per avere un’alimentazione sana è sufficiente conoscere e mettere in pratica alcune semplici informazioni:
- Mangiare tanta frutta e verdura (almeno 5 porzioni al giorno)
- Non utilizzare eccessivo condimento, riscoprendo il sapore naturale dei cibi (l’olio di per sé non fa male, ma utilizzarne un bicchiere per volta si)
- Sarebbe opportuno utilizzare pane integrale ( e altri alimenti che utilizzino farina integrale). Ovviamente sappiamo che a volte sono difficili da reperire, se la loro ricerca dovesse diventare uno stress meglio lasciar perdere)
- Limitare l’uso dei grassi ma soprattutto di proteine.
Quest’ultimo è un punto fondamentale, troppo spesso infatti, capita di far attenzione a grassi e zuccheri, “dimenticando” di far attenzione alle proteine.
Si tende così ad abusarne, soprattutto facendo grande uso di carne e latticini.

Infine, dobbiamo sfatare qualche mito:
- I FRITTI
I fritti fanno male? Se si frigge nel modo giusto, no. La temperatura dell’olio deve essere compresa tra 150° e 170° e sarebbe opportuno utilizzare olio di oliva (o oli appositi che resistono ad alte temperatura, in questo caso però diminuiscono le qualità organolettiche).
Per verificare la temperatura dell'olio ci si può avvalere di una friggitrice dotata di appositi strumenti di misurazione. Se si frigge in modo tradizionale invece, è sufficiente ricordarsi di non tenere il fuoco sotto la pentola eccessivamente alto e ci si può avvalere di un cucchiaio di legno o di alcuni stuzzicadenti per verificare la temperatura (quando è al punto giusto intorno al legno si creano delle bollicine). Gli schizzi di olio verso l'alto indicano che la temperatura è troppo alta.
- LE UOVA
Ingiustamente identificate come alimento pesante, in realtà sono preferibili alla carne, ovviamente non bisogna abusarne.
- IL MAIALE
Anche questo povero mammifero è stato sempre additato come pericoloso per l’alimentazione.
In realtà non è diverso da altri tipi di carni, certo, quelle “bianche” sono più digeribili ma hanno comunque le stesse caratteristiche. Meglio consumare poca carne e di tipo diverso.

Ricapitolando una dieta sana prevede l'utilizzo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali e tutti gli alimenti di origine vegetale, come la soia, limitando l'uso di alimenti di origine animale (carne, pesce e loro derivati... uova, latticini...), solo 3-4 volte la settimana.
Queste sono regole che valgono in linea di massima, da seguire senza troppo stress, la colazione con il latte, ad esemio, si può lasciare...
Ricordiamoci infine che le regole per la sana alimentazione valgono per tutte le età, a cominciare dallo svezzamento.

sabato 20 marzo 2010

Prevenire e curare le ragadi

A volte l'allattamento al seno procede senza alcun intoppo, a volte però possono nascere piccoli o grandi inconvenienti.



Uno dei problemi più diffusi, legati all'allattamento al seno, è la comparsa delle ragadi. Le ragadi sono dei taglietti più o meno profondi, molto dolorosi, che si formano sul capezzolo e sull'areola, rendendo perciò difficoltoso nutrire il proprio bambino. È facile e naturale scoraggiarsi sentendo dolore durante la poppata, che dovrebbe invece essere un momento rilassante e piacevole per madre e bambino. Cerchiamo allora di comprenderne la causa e di eliminarla.


Le ragadi sono sempre legate alla suzione non adeguata del bambino ed al modo in cui egli si attacca al seno. Il bambino infatti, per estrarre il latte, esercita una pressione ed uno sfregamento con la lingua attorno al capezzolo. Questo movimento può provocare delle ferite se la bocca del bambino non è ben aperta, e ciò è frequente, poiché il neonato deve imparare a poppare. Il suo istinto gli dice cosa fare, ma ci sono alcuni piccoli accorgimenti da seguire per aiutarlo a trovare la giusta strada.


Quindi per prevenire la comparsa delle ragadi è necessario un attacco corretto al seno, ampiamente descritto nel post correlato.


E se le ragadi oramai si sono formate?

NON E' VERO CHE DOVETE SMETTERE DI ALLATTARE!(Anche se vedeste del sangue sgorgare insieme al latte, il vostro bambino lo può tranquillamente succhiare).

Ecco come curarle:

1 ) Correggere l'attacco al seno e la posizione: ciò è FONDAMENTALE, vi farà subito sentire meglio! Smetterete di provare dolore durante la poppata, anche se il seno è ancora ferito!

2 ) Spalmare qualche goccia di latte sul capezzolo e sulla ferita al termine della poppata e lasciare asciugare all'aria.

3 ) Lasciare il più possibile scoperto il seno, in modo che la ferita si asciughi. A tale scopo si può praticare un foro su una vecchia maglietta ed indossarla finché si sta in casa.

4 ) Evitare l'utilizzo di coppette assorbilatte usa e getta, che mantengono sempre umido il capezzolo e l'areola, e prediligere, se necessario, le coppette rigide in plastica, che lasciano comunque il capezzolo al contatto con l'aria.

5 ) Non applicare creme e pomate di alcun genere sulla ferita.

6 ) Utilizzare, se si vuole, la lanolina pura, reperibile in farmacia.

venerdì 19 marzo 2010

Un pensiero per tutti i papà


In questo giorno dedicato a loro, vogliamo spendere qualche parola per tutti i papà. Vogliamo ricordare l’importanza della loro presenza, dalla gravidanza in avanti. Durante l’attesa è lui che sostiene la futura mamma, è lui che accarezza con amore il pancione e parla al piccolo nel ventre materno. Spesso accade che il neonato riconosca la voce paterna voltandosi verso il papà, non appena lo sente parlare, rispondendo al nome o al nomignolo con cui per gli ultimi mesi della gravidanza si è sentito chiamare. È proprio il papà che spesso riesce a calmare i pianti del bebè, cullandolo tra le sue braccia, scaldandolo sul proprio petto. E poi è lui, il papà, ad accompagnare il piccolo nelle esperienze più emozionanti: salti, svolazzi, capriole…e quando il bimbo cresce, corse nei prati, passeggiate in bicicletta... Infine la sapienza del papà, gli insegnamenti che provengono da lui, tutto ciò che il padre dona col cuore, a volte nel poco tempo a disposizione, viene accolto dal figlio con tanta attenzione ed ammirazione: il padre è un modello di riferimento e ciò che si impara da lui diventa un apprendimento…significativo! Ogni papà è l’uomo più speciale del mondo per il proprio bambino! È un gigante, è un principe, è forza e virtù.




Grazie papà per il tempo che dedicate ai vostri figli.



Grazie per l’amore che donate ogni giorno.



Grazie perché condividete con noi la gioia di crescere un figlio.








Ed ecco il nostro regalo per la festa del papà. Solo l'ultima parte di una lirica di altri tempi, che ritrae un padre amorevole, e che vorremmo dedicare a tutti i papà.




L'Usignolo


(...)

Torniamo ora alle nostre care dimore. Quel canto ancora!
Ben volentieri mi tratterrei! Il mio tenero figlioletto,
Che, incapace di suoni articolati,
Storpia le parole col suo balbettio imitativo,
Come vorrebbe posare la manina accanto all'orecchio,
E col minuscolo indice puntato
Imporci d'ascoltare! Ed è mio saggio intento
Far di lui l'amico fedele della Natura. Già riconosce
La stella della sera, e una volta che si svegliò
Stizzito (qualche interno malessere
Era la causa d'una tal stranezza, od un sogno infantile),
Mi precipitai con lui nel nostro giardinetto:
Guardò la luna, e subito placato
Smise di singhiozzare e rise tra sé in silenzio,
Mentre i begli occhi immersi in lacrime trattenute
Luccicavano ai raggi dorati della luna! Beh...
E' il racconto d'un padre. Ma se il Cielo
Dovesse darmi lunga vita, prometto che crescendo
Egli non disimparerà quei canti, sì che alla notte
Egli associ la Gioia! Ancora una volta addio,
Dolce usignolo! Ancora una volta, amici miei, addio!


da Ballate liriche - W. Wordsworth, S.T.Coleridge - 1798


AUGURI A TUTTI I PAPA'!!!!!!!!

martedì 16 marzo 2010

Allattamento e dieta vegetariana


Se una mamma segue una dieta vegetariana, è in qualche modo compromesso l'allattamento al seno del suo bambino?

Assolutamento NO . Chi è vegetariano assume il giusto apporto di proteine con altri alimenti (legumi, uova etc.) perciò non c'è nessuna differenza rispetto a chi segue una dieta di tipo "tradizionale".

Discorso a parte deve essere fatto invece per chi segue una dieta vegan o vegetaliana.
Poichè questo tipo di dieta esclude anche gli alimenti di origine animale (latticini, uova etc.), in questo caso può esserci carenza di vitamina B12.
Non nel bambino ma nella mamma, poichè il suo corpo predilige sempre quello del suo cucciolo, così il latte prodotto avrà sempre il contenuto giusto, adatto per il suo bambino.

La vitamina B12 però, sarà sottratta dalle riserve della mamma e , se non integrata correttamente, potrà provocare qualche disturbo.
In questo caso sarà sufficiente assumere un integratore di questa sostanza, sempre sotto controllo medico.

domenica 14 marzo 2010

ACQUARELLO

"Sopra un foglio di carta
lo vedi il sole è giallo,
ma se piove due segni di biro
ti danno un ombrello"


Una canzone che è una poesia, la musica sognante di Toquinho, i semplici, meravigliosi disegni di Altan (il creatore della Pimpa per intenderci). Un gabbiano verso il mare, i pesci, una nave, un aereo nel cielo, il prato verde...il mondo intero.

Tutto in un libro, corredato dal CD audio, che non smetterete più di ascoltare insieme a vostro figlio, sfogliando le pagine che narrano e illustrano la storia, strofa per strofa.

Una storia che parla della bellezza della vita, con il tono nostalgico tipico della musica brasileira. Davvero un bel regalo...per tutta la famiglia!


"Siamo tutti in ballo
siamo sul più bello
in un acquarello
che scolorirà,
che scolorirà"

sabato 13 marzo 2010

Idea regalo per la festa del papà

Tra un po’ di giorni sarà la festa del papà, e allora che fare per rallegrare questi meravigliosi papà in questo giorno tutto dedicato a loro? Dei buonissimi biscotti fatti dalle mani dei vostri piccoli, e vi assicuriamo che si divertiranno e saranno soddisfatti nel creare, regalare e poi….mangiare quello che hanno creato loro.

Allora prendete carta e penna e segnatevi tutti gli ingredienti :

500g di farina
200g di zucchero
160g di burro
3 tuorli d’uovo più un albume
1 bustina di lievito
latte quello che riesce a raccogliere l’impasto.

In una ciotola mettete la farina setacciata con la bustina del lievito, aggiungere lo zucchero, il burro sciolto e poi le uova, impastate e dopo aggiungete il latte , continuate ad impastare con l’aiuto costante dei vostri bimbi ( che sicuramente non si stancheranno ad impastare!)

Quando l’impasto è ben compatto date il via alla fantasia e fate i vostri biscottini di qualsiasi forma preferite,( ai bimbi piacciono molto i biscottini a forma di animaletti), quando avete fatto il tutto, metteteli su una teglia con carta da forno e cuoceteli nel forno già caldo a 180 gradi per un venti minuti.

Quando saranno pronti sarà un regalo ben gradito per i papà e avrete fatto felici anche i piccolini.

Ambiente montessoriano

Nel metodo Montessori si dà molta importanza alla crescita armoniosa del bambino e all’ambiente in cui vive.

Per un bambino è difficile vivere nella realtà degli “adulti”, tutto nell’ambiente è spesso troppo alto, troppo grande, troppo pesante, troppo scomodo, è quindi utile creare in casa un ambiente il più semplice possibile e su misura del bambino, dove possa esprimere liberatamene il suo modo di essere e il suo movimento.

Sembra una cosa complicata ma in effetti è più semplice di quanto sembra:

- nella cameretta, che dovrebbe essere più luminosa possibile, è importante che ci sia uno spazio dove il bimbo possa muoversi liberatamene
- un angolo dovrebbe essere riservato alla scrittura e al disegno, e agli esercizi tipo: apparecchiare/sparecchiare, riempire/svuotare…, un piccolo tavolino con delle piccole sedie potrebbero essere una buona soluzione;
- dei mobili bassi, alla portata di bimbo, in cui da solo possa prendere i suoi giocattoli, suddivisi per tipo (cubi morbidi, puzzle ,oggetti montessoriani (magari creati da voi), strumenti musicali… colori);
- una libreria a portata di mano, in cui rendere disponibili non solo i libri di stoffa, ma anche quelli di carta, per insegnare a rispettarli e a manipolarli con la dovuta attenzione.
- un armadietto strutturato in modo che il bimbo sia più autonomo e possa accedere con facilità ai propri vestitini, magari all’inizio farà un po’ di disordine ma dopo imparerà a gestirli , riconoscerà il piacere di trovare le sue cose e la soddisfazione di avercela fatta da solo.
- quadri, foto, stampe o altro devono essere appesi in basso, è il suo ambiente ed è lui che deve vederli, no noi “giganti”.

Senza voler fare pubblicità offriamo un suggerimento: per creare un ambiente montessoriano non è necessario spendere molti soldi, spesso guardandosi in giro si riesce a recuperare ed adattare un vecchio mobiletto, oppure si possono acquistare mobili economici ed adatti alle esigenze del bambino (Ikea, ad esempio, offre diverse soluzioni interessanti).
Infine ricordiamo che nel metodo Montessori il genitore deve essere un osservatore del bambino, guarda e vigila ma senza partecipare, attende che il bambino faccia da sé e attende che sia il bambino a richiedere il suo aiuto

giovedì 11 marzo 2010

Invece il cento c'è


La poesia che segue riassume in pieno il concetto su cui si basa il metodo Montessori.
Viene "cantata" la creatività dei bambini, la loro gioia di vivere, l'amore, lo stupore, la loro capacità di osservazione ...

Leggetela con il cuore, il segreto dei bambini è tutto qui.

INVECE IL CENTO C'E'

Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino ha
cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura
gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c'è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l'immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
Gli dicono insomma
che il cento non c'è.
Il bambino dice:
invece il cento c'è.
Loris Malaguzzi

mercoledì 10 marzo 2010

Nascere con la musica


In alcuni ospedali è un po’ come nascere in casa. L’accoglienza riservata a mamma e bambino è fatta di tante attenzioni, più e meno grandi.
Una di queste è la possibilità che ha la mamma di ascoltare durante il travaglio la propria musica preferita. Questo elemento, che certo è bene si affianchi alla libertà di movimento ed alla scelta della posizione più comoda per il parto, è in grado di aiutare la donna a rilassarsi durante la difficile e spesso lunga fase dilatante.
Durante la fase espulsiva raramente ci si rende conto di ciò che accade attorno, ma se la musica resta accesa, accompagnerà madre e bambino durante la loro prima conoscenza: primi sguardi, profumi, assaggi. E sarà la colonna sonora del momento più bello della vostra vita. Ogni volta che sentirete suonare quelle melodie…vi commuoverete. Come succede a me con questa meravigliosa musica! Ed il vostro bambino a sua volta si rilasserà, ripensando inconsciamente al vostro primo, morbido, confortante, caldo abbraccio.
Se avete voglia di condividere con noi la vostra colonna sonora o se state pensando alla musica da mettere in valigia per la nascita di vostro figlio, potete lasciare un commento, siete benvenuti. La mia, forse l'avete già cliccata, è Claude Bolling, Sentimentale. Quando la sentii qualche mese prima del parto andai da mio marito e dissi: "Cos'è? Voglio questa quando nascerà." E così è stato. Barbara

Il mio bambino non mangia

Quante volte le mamme hanno avuto e avranno questa preoccupazione?

Molto spesso infatti molti bambini “smettono” di mangiare . Ovviamente questa è la percezione di chi sta loro intorno, ma è vero che alcune volte i bambini diminuiscono notevolmente la quantità di cibo che assumono.

Può capitare che in alcuni giorni siano un po’ inappetenti, in concomitanza di malattie ad esempio, ma anche quando i bambini sono in perfetta salute può capitare, ed è normale che sia così.

Periodicamente infatti, i bambini hanno bisogno di assumere meno cibo, per esempio dopo uno scatto di crescita, hanno prima dovuto aumentarne la quantità e poi, una volta riequilibrata l’entrata di cibo rispetto alla crescita, diminuiscono di nuovo.

E’ lo stesso processo che avviene durante l’allattamento, il bambino si autoregola diminuendo o aumentando la richiesta di latte.

Per far questo però è necessario che possa accedere al cibo secondo la sua richiesta. Noi dobbiamo presentargli una giusta varietà di cibi sani e fare in modo che lui si autoregoli, così come faceva con l’assunzione di latte.

C’è un periodo nella vita dei bambini in cui questo processo “del non mangiare più” avviene in modo palese, è intorno al compimento del primo anno di vita.

Fino a quel momento il bambino ha dovuto assumere un’enorme quantità di cibo, se paragonata al suo peso, un neonato infatti prende ogni giorno latte pari ad 1/5 del suo peso. Questo perchè ha una crescita enorme, un ritmo di crescita come quello che avviene nel primo anno di vita non ci sarà mai più, pensate se un bambino di 1 anno dovesse crescere come un neonato (triplicando il suo peso in un anno) oppure se dovesse mangiare ogni giorno una quantità di cibo pari ad 1/5 del suo peso…

Dopo il primo anno di vita, si ha quindi un naturale rallentamento e fisiologicamente i bambini mangeranno molto meno.

Affidiamoci a loro con fiducia, e ricordiamoci di non forzarli se qualche giorno hanno poco appetito!

domenica 7 marzo 2010

Mamme in forma



Dopo Cinemamme, tra poco prende il via una nuova iniziativa della nostra associazione.
Finalmente un corso di ginnastica dedicato alle mamme…con bimbi piccoli al seguito!
Proprio così, nessuna palestra di solito dedica uno spazio a noi mamme, spesso desiderose di fare un po’ di movimento, ma ferme da anni a causa delle gravidanze prima e degli impegni familiari poi. Ora è possibile dedicare un po’ del proprio tempo anche alla cura di sé. Spesso è difficile ritagliarsi qualche ora di libertà, lasciando i bimbi alle cure di un altro adulto: a volte si è completamente sole, non si ha l’appoggio di nonni o sorelle, o più semplicemente si desidera stare con il proprio piccolo e non lasciarlo per nessun motivo. Se si allatta al seno poi, sebbene sia possibile fare delle scorte di latte e lasciarle ad un’altra persona, diventa un po’ più complicato demandare la cura del lattante a qualcun altro.
Ecco allora la nostra iniziativa:
grazie alla disponibilità di una nostra socia, l’insegnante di danza e ginnastica Sara Petrini, potrete partecipare ad un corso di ginnastica portando con voi vostro figlio, ed avere il piacere di condividere qualche ora di relax con altre mamme, recuperando la vostra forma fisica.

Il corso di step coreography e tonificazione, con elementi di stretching e corpo libero
avrà inizio il 16 marzo e si terrà tutti i martedì e giovedì mattina, dalle ore 10 alle 11.

Dove?
Presso la palestra Bodylab, a Terni, in via del Serra n°20 (dietro via Castello – zona p.zza Valnerina)

Per ulteriori informazioni potete contattare i seguenti numeri:
347 1969303 – 328 7174626

VI ASPETTIAMO NUMEROSE!

SEDERINO ARROSSATO


Quasi tutti i bambini, nei loro primi mesi di vita, hanno avuto il sederino arrossato. Certamente usando i pannolini lavabili questo problemino diminuisce, oppure può non comparire per niente, poiché i pannolini lavabili sono costituiti da fibre assorbenti che garantiscono la traspirazione. Contrariamente, i pannolini usa e getta sono costituiti da componenti chimici e plastica, provocando un’irritazione maggiore al sederino del bambino.

Comunque sia, che si scelgano i lavabili o gli usa e getta, per prevenire l’arrossamento è importante che, ogni volta che al bambino viene cambiato il pannolino, venga lavato solo con acqua tiepida, anche se ha fatto la cacca, e asciugato molto bene, soprattutto nelle meravigliose “pieghette” che hanno i nostri piccoli. Infatti qualsiasi detergente delicato, usato più di una volta al giorno (si sa che i neonati i primi mesi fanno la cacca più volte al giorno), seccherebbe e impoverirebbe la pelle delicata del bambino.

Inoltre bisognerebbe utilizzare le creme protettive solo se effettivamente vi è un arrossamento, magari scegliendo le creme che contengono prodotti naturali.

Per quanto riguarda le salviettine imbevute, sarebbe meglio limitarne l’utilizzo nelle trasferte o in momenti particolari e potrebbero essere sostituite con dei semplici fazzolettini imbevuti di olio d’oliva, olio di mandorla o girasole, da cospargere sulla salviettina al momento.

mercoledì 3 marzo 2010

EPISIOTOMIA: SEMPRE NECESSARIA?

Secondo una recente indagine, in Italia l’episiotomia viene eseguita nel 70% dei parti naturali, contro il 20% suggerito dall’ Organizzazione mondiale della Sanità , che indica di riservare questo intervento ostetrico solo in casi in cui vi sia effettivo bisogno e non per una routine ospedaliera.

Ma che cos’è l’episiotomia?

L’episiotomia è una piccola incisione chirurgica, lunga 3-4 centimetri, che l’ostetrica o il ginecologo fanno sul perineo (la zona compresa tra l’ano e la vagina) verso la fase finale del parto, ossia l’espulsione.

In alcuni casi ben definiti, come per esempio un bambino in sofferenza fetale, che ha già impegnato il canale del parto e che i medici devono far nascere il prima possibile, potrebbe anche essere utile. Questi casi però possono essere racchiusi nel 20% raccomandato dall’OMS, peccato invece che si passi poi a quel 70% di volte in cui viene effettuata.

Alcuni ginecologi pensano che l’episiotomia sia consigliabile per evitare estese lacerazioni, a cui le donne potrebbero andare incontro spontaneamente durante il parto. Non è provato però che l'episiotomia eviti le lacerazioni, che possono esserci anche in caso in cui sia stata eseguita; è però certo che, quando viene eseguita inutilmente, si taglia un tessuto che poteva rimanere intatto o quasi, e che richiederà un periodo più lungo di cicatrizzazione e comporterà un aumento di dolori durante la ripresa dei rapporti sessuali.


Ma allora una donna che può fare?

Come diciamo sempre, è importante che la madre si informi in anticipo delle routine ospedaliere, per poi scegliere consapevolmente.

E' importante sapere, che se una donna prova diverse posizioni e adotta quella che preferisce, durante l'espulsione, diminuisce il rischio di lacerazioni.

Infine, se una donna ha avuto, per il primo parto, l’episiotomia, ciò non comporta che nel successivo parto si debba necessariamente ri-verificare questa pratica.

lunedì 1 marzo 2010

Come conservare il latte materno: nuove evidenze scientifiche



Quando abbiamo parlato di cosa fare con il latte di mamma abbiamo omesso un importante utilizzo, forse il più importante. Una recente pubblicazione internazionale* sulla accreditata rivista scientifica Journal of Pediatrics** ci ha dato lo spunto per approfondire questo tema. Riportiamo in corsivo la nostra traduzione dall’originale inglese.

L’uso del latte materno è (o dovrebbe essere n.d.r.) una delle attività principali nelle unità di terapia intensiva neonatale. La conservazione del latte materno è il punto critico, in seguito alla sua raccolta, per l’utilizzo che ne viene fatto per nutrire i bambini prematuri. Un metodo è quello di far congelare il latte alla mamma, che successivamente lo consegna congelato al reparto in cui è ricoverato il neonato. Tuttavia le cellule del latte vengono distrutte e quindi diventano inutili, forse insieme al citomegalovirus. Il latte fresco è ritenuto il miglior nutrimento per i neonati pretermine. Nel loro articolo, Slutzah et alii riferiscono che il latte materno può essere conservato alla temperatura di + 4°C fino a 96 ore senza subire grosse variazioni nella composizione o nel contenuto batterico. La molteplice funzione immune del latte materno di 96 ore non è invece stata confrontata con quella del latte fresco.

96 ore significa quattro giorni dalla sua spremitura, quindi un’importante novità, se consideriamo che sino ad oggi si riteneva che il tempo massimo di conservazione in un frigorifero fosse di tre giorni.

Andiamo a vedere lo studio un po’ più nel dettaglio.


Obiettivo: per fornire raccomandazioni circa la conservazione a freddo del latte umano, la sua totale integrità è stata esaminata nel corso di 96 ore a 4 °C.

Metodo di studio: 36 campioni di latte materno sono stati divisi e conservati a 4 °C per 0, 24, 48,72 e 96 ore. Ad ogni intervallo di tempo prefissato sono stati misurati il pH, la conta delle cellule bianche e osmolarità. Altri campioni sono stati conservati a – 80°C per l’analisi del contenuto batterico e delle concentrazioni di lactoferrina, IgA secretore, grasso, acidi grassi e proteine. (…)

Conclusioni: le variazioni sono state minime e la complessiva integrità del latte è preservata durante la conservazione in frigorifero. Quindi il latte materno può essere conservato alle temperature di un frigorifero fino a 96 ore.

*Slutzah M. et al.
Division of Neonatal-Perinatal Medicine, Schneider Children's Hospital, New Hyde Park, NY, USA.

Il Rebirthing



“Il rebirthing è la capacità che consente di respirare energia così come lo si fa abitualmente per l’aria. E’ una forma di pranayama che aiuta a liberarsi dall’inquinamento del pensiero distruttivo” (Leonard Orr)

Il termine in inglese significa “rinascita” perché tramite la respirazione consapevole è possibile rivivere il trauma della propria nascita. Questo ruolo cruciale compete alla respirazione circolare (senza pausa né dopo l’inspirazione, né dopo l’espirazione, assumendo come modello di base quello della respirazione naturale dei bambini e delle persone immerse nella fase di sonno profondo) in quanto processo energetico capace di sciogliere e risanare gli effetti delle nostre precedenti esperienze negative, in particolare di quelle primarie legate alla nascita.
Tramite il rebirthing si allentano le tensioni muscolari ed emergono dal profondo quei pensieri e quegli stati emotivi repressi da anni che ci condizionano nell’atteggiamento verso la vita.

Per saperne di più visualizza l'articolo scritto da Fabiola Dessi.

La nostra associazione propone per i soci un ciclo di incontri gratuiti di questa disciplina.
I prossimi appuntamenti saranno:

19 marzo – 23 aprile
21 maggio – 18 giugno


Per maggiori informazioni contattare i numeri:
cell. 333 7927708 (Fabiola) - cell. 393 9624872 (Fabiana)

In movimento...è meglio!

Parlando di alimentazione e obesità abbiamo detto che la cosa fondamentale per prevenire l’obesità è il movimento. Sì, ma che tipo di movimento? Qualunque! Per i bambini piccoli non è importante esercitare una disciplina sportiva, cimentarsi in gare ed allenamenti settimanali stressanti, è sufficiente, ma anche NECESSARIO, che i bimbi giochino liberamente all’aria aperta.
Con l’arrivo della bella stagione è sicuramente più facile accordare le esigenze del bambino con la nostra disponibilità di tempo: le giornate si allungano, le nubi svaniscono, perciò anche se si lavora sino al pomeriggio è possibile accompagnare per un po’ di tempo i propri figli al parco. Se si è fortunati e si abita nelle vicinanze è bene recarvisi a piedi, lasciando a casa l’auto, in modo da insegnare al bambino il rispetto per l’ambiente. Inoltre i bambini si abituano naturalmente a camminare se noi li stimoliamo in tal senso. Anche l’uso del passeggino, dopo i due anni, può essere tranquillamente ridotto: col passare del tempo ci si accorge che il bimbo resiste per periodi e percorsi sempre più lunghi. E per lui sarà naturale passeggiare mano nella mano piuttosto che farsi trasportare su quattro ruote. Giunti al parco, poi, via libera alla fantasia: sotto lo sguardo vigile ma discreto di un adulto, ma comunque liberi di correre e di giocare in tutta sicurezza.

Giocare all’aperto dà inoltre la possibilità al bambino di esplorare la natura, soddisfacendo alla sua innata curiosità. Un altro vantaggio del parco è quello di poter socializzare con i propri coetanei, aspetto importante soprattutto per i bambini che ancora non frequentano l’asilo e che magari non hanno in famiglia altre occasioni.

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