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mercoledì 3 marzo 2010

EPISIOTOMIA: SEMPRE NECESSARIA?

Secondo una recente indagine, in Italia l’episiotomia viene eseguita nel 70% dei parti naturali, contro il 20% suggerito dall’ Organizzazione mondiale della Sanità , che indica di riservare questo intervento ostetrico solo in casi in cui vi sia effettivo bisogno e non per una routine ospedaliera.

Ma che cos’è l’episiotomia?

L’episiotomia è una piccola incisione chirurgica, lunga 3-4 centimetri, che l’ostetrica o il ginecologo fanno sul perineo (la zona compresa tra l’ano e la vagina) verso la fase finale del parto, ossia l’espulsione.

In alcuni casi ben definiti, come per esempio un bambino in sofferenza fetale, che ha già impegnato il canale del parto e che i medici devono far nascere il prima possibile, potrebbe anche essere utile. Questi casi però possono essere racchiusi nel 20% raccomandato dall’OMS, peccato invece che si passi poi a quel 70% di volte in cui viene effettuata.

Alcuni ginecologi pensano che l’episiotomia sia consigliabile per evitare estese lacerazioni, a cui le donne potrebbero andare incontro spontaneamente durante il parto. Non è provato però che l'episiotomia eviti le lacerazioni, che possono esserci anche in caso in cui sia stata eseguita; è però certo che, quando viene eseguita inutilmente, si taglia un tessuto che poteva rimanere intatto o quasi, e che richiederà un periodo più lungo di cicatrizzazione e comporterà un aumento di dolori durante la ripresa dei rapporti sessuali.


Ma allora una donna che può fare?

Come diciamo sempre, è importante che la madre si informi in anticipo delle routine ospedaliere, per poi scegliere consapevolmente.

E' importante sapere, che se una donna prova diverse posizioni e adotta quella che preferisce, durante l'espulsione, diminuisce il rischio di lacerazioni.

Infine, se una donna ha avuto, per il primo parto, l’episiotomia, ciò non comporta che nel successivo parto si debba necessariamente ri-verificare questa pratica.

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