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mercoledì 24 marzo 2010

Il bambino non è un elettrodomestico







Oggi vorremmo condividere con voi i passi di alcuni paragrafi del libro
Il bambino non è un elettrodomestico
di Giuliana Mieli, in cui si parla dell’importanza dell’affettività dell’individuo.









In questo libro ci ha colpito la descrizione quasi poetica di quello che accade durante la gravidanza per una madre, un padre e il loro bambino, la relazione stretta e forte del concepimento, la discesa e l’accoglimento dell’uovo fecondato nell’accogliente utero, luogo adatto entro cui la vita possa esprimersi.







“[]…Durante la gravidanza la natura agisce sulla madre e sul corpo, inducendo in lei il ruolo della nutrice, inoltre i cambiamenti fisici ed emotivi della madre sono il principio per un atteggiamento di cura materno. La gravidanza e il parto sono eventi che ci fanno comprendere l’esistenza dell’uomo.
La natura esprime la cura e la preoccupazione per la nuova vita attraverso la fisicità e l’emotività materna, perché è li che il bambino si forma. Il piccolo umano infatti non si forma nell’utero materno come un budino nello stampo: al contrario è il contenitore materno che gradualmente si dilata ad assumere la forma e a circoscrivere la sagoma del feto che cresce. E’ la mamma infatti che si adatta è un materno che contiene e non comprime. Sarà così anche dopo il parto, la mamma dovrà rinunciare dapprima a molto, se non tutto del proprio spazio e del proprio tempo per riguadagnare la propria autonomi e libertà solo lentamente: tutto questo avverrà nel piacere, se accompagnato dall’emozione straordinaria della maternità.
Dalla parte del bambino, all’interno dell’utero ha tutto quello che ha bisogno, tutto è presente come deve essere, il corpo della mamma da sicurezza, e con il suo appagamento totalizzante, non potremmo spiegarci l’aspirazione umana al raggiungimento della felicità: la cerchiamo perché l’abbiamo provata.
Il papà invece durante la gravidanza non è ancora direttamente, fisicamente implicato nel rapporto con il bambino, con lui comunica in maniera indiretta attraverso la mamma; è lui che funge da riferimento, razionalità e sostegno e che permetterà in seguito la separazione.
Non a caso nel momento del parto la mamma spinge il proprio bambino verso la vita e il papà lo accoglie nelle sue braccia….[]”


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