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domenica 28 febbraio 2010

Quanto deve pesare un pannolino bagnato di pipì?

Ci è stato posta questa domanda molto interessante e rispondiamo ben volentieri.

Inanzitutto perché ci interessa sapere quanto pesa un pannolino bagnato di pipì?

Il numero di pannolini bagnati di pipì è un ottimo sistema che si può usare per valutare se un neonato prende latte a sufficienza. Poiché si nutre esclusivamente di latte, bagnando 5-6 pannolini di pipì al giorno, possiamo star sicuri che sia sufficientemente idratato.

Quanto deve pesare un pannolino bagnato di pipì?

Chi ci segue regolarmente saprà già che di solito non siamo favorevoli nel dare misure se non necessario (basterebbe stare sotto anche di pochissimo per generare ansia).

Anche in questo caso non esiste un peso specifico da dare ma il pannolino deve essere palesemente bagnato, prendendolo in mano la sensazione di pesantezza non deve lasciare dubbi.

Esistono un paio di accorgimenti che ci possono venire incontro in caso di dubbio:
- potrebbe servire sapere quanto pesa un pannolino pulito. Pesandolo successivamente al cambio ci si accorgerà immediatamente se il peso è aumentato o meno .

Chi usa pannolini lavabili non ha problemi, il bagnato si vede molto bene. Per chi invece non li usa può usare anche questo secondo stratagemma:

- inserire nel pannolino pulito un pezzo di stoffa di cotone o lino. Se la stoffa sarà bagnata, non ci sarà più ombra di dubbio.

E’ utile sapere, infine, che il numero di volte che il neonato fa le feci non è un segnale che può essere usato per sapere se si nutre a sufficienza.

DISEGNARE : CHE PASSIONE!!

Non c’è di più bello per i bambini che colorare ed esprimere la loro fantasia , un foglio bianco si trasforma nella realtà che vivono.

Talvolta il disegno diventa anche uno sfogo, perché possono esprimere i loro stati d’animo.

È importante che i genitori condividano con i bambini questi momenti e “opere d’arte” che
riescono a creare giorno dopo giorno, da linee e puntini, (indecifrabili agli occhi di noi adulti) si passa a palloncini che col passare del tempo diventano i visi di mamma e papà per poi completarsi e diventare sempre di più un disegno completo.
È allora perché non trascorrere un pomeriggio dando sfogo alla fantasia, basta poco:

Alcuni fogli bianchi, colori (di qualsiasi tipo) ,grembiulino o qualsiasi indumento per il bambino che possa essere libero per colorare e SPORCARSI, tovaglia o altro per proteggere il tavolo da eventuali schizzi, (tutto questo, se volete servirà solo per far sentire il più libero possibile sia il vostro bambino, sia voi) e infine………………….. buon divertimento e chissà se da questo divertimento possa nascere una vera e propria opera d’arte.

venerdì 26 febbraio 2010

Lettone si, lettone no


A chi da piccolo non è mai piaciuto per almeno una volta dormire accoccolati a mamma e papà?

Ma è giusto o sbagliato? In realtà non esiste una regola rigida ma dipende dalle dinamiche familiari e dai risvegli notturni del proprio figlio, ci sono bimbi che magari durante il primo anno di vita si risvegliano spesso facendo fare lunghe passeggiate ai genitori nella stanza, magari perché non vogliono metterlo nel proprio lettone, c’è chi viceversa vuole dormire e allora decidono di far dormire con loro il proprio bambino; c’è chi invece ama sentire il proprio bambino vicino, coccolarlo e odorarlo, dopo una giornata piena e frenetica.


Comunque qualsiasi scelta i genitori prendano, deve sere fatta con consapevolezza e anche senza sensi di colpa ( cosa molto rara nei genitori), e non dovrebbe essere presa solo da un genitore ma da dalla coppia, perché il fatto che il bambino potrebbe dormire nel lettone potrebbe creare dei dissidi all’interno della coppia a se non è presa da entrambi.


La decisione dovrà essere presa con serenità ,e potrà essere temporanea, magari cercando di creare tra la coppia nuove dinamiche e nuove complicità. I bimbi crescono e cambiano rapidamente, un bimbo che dorme nel lettone non rimarrà un bimbo insicuro e incapace di affrontare le cose da solo, ma anzi sentendosi al sicuro tra mamma e papà acquisirà sicurezza e autonomia e certamente non rimarrà per sempre nel lettone anzi quando meno se l’ aspetti cercherà da solo un proprio spazio e un proprio letto su cui dormire.

giovedì 25 febbraio 2010

Alimentazione dei bambini e obesità


Durante l’ultimo incontro di Mamma ti ascolto il dottor Lucio Piermarini ci ha parlato di abitudini alimentari e di rischio obesità, continuando il discorso già avviato sull’autosvezzamento. Il proseguimento viene naturale, infatti quando i bambini crescono le regole educative da seguire sono pressoché le stesse. Alla base di tutto c’è sempre la fiducia nella capacità dei bambini di autoregolarsi sulle richieste di cibo. Come all’epoca dello svezzamento, sarà il bambino a decidere le quantità che desidera mangiare ed anche il tipo di alimenti, più o meno calorici, più o meno nutrienti, in base al particolare periodo che sta attraversando; e se anche il genitore pensando di fare il suo bene tenderà a proporre quantità eccessive, il fisico si accomoderà, cercando di assorbire solo il necessario. Infatti l’organismo è in grado di adattarsi alle necessità: ovvero in caso di aumentato fabbisogno l’intestino assorbirà il più possibile dai cibi i nutrienti necessari, in caso di apporto eccessivo l’intestino tenderà a scartare tutto il surplus. È un po’ ciò che avviene quando una donna rimane incinta: il suo organismo è programmato per sfruttare le risorse a disposizione il più possibile, ricevendo il messaggio che deve sostentare due individui contemporaneamente.

La principale raccomandazione è quindi di non forzare i propri figli a mangiare. È probabile che, se mangiano poco ai pasti, abbiano già assunto ciò di cui hanno bisogno a merenda o a colazione. Eventualmente si possono ridurre questi pasti secondari in modo che il bambino giunga a pranzo o a cena con maggiore appetito.
A tutto questo c’è da aggiungere però qualche precisazione.

1) Gli eccessi o gli squilibri alimentari non dovrebbero diventare sistematici: in tal caso l’organismo faticherebbe a porre rimedio da solo;

2)La cosa fondamentale per prevenire l’obesità è il movimento. Infatti l’inattività fisica è la principale causa di questo disturbo.

3) Soltanto nell’1-2% dei bambini che soffrono di obesità si può risalire ad una causa genetica, indipendente quindi dai comportamenti precedentemente descritti.

Fluoro per i denti e spazzolino



Spesso già alle dimissioni dall’ospedale viene prescritta al neonato la somministrazione di gocce per integrare il fluoro della dieta, al fine di prevenire la carie dentaria. In realtà non è così indispensabile: infatti il fluoro viene assunto, per lo più dall’acqua che beviamo, e passa anche al neonato con il latte materno, insieme a tutti i nutrienti. Quando poi il bambino comincerà ad avere un’alimentazione mista, assumerà egli stesso il fluoro dai cibi e dall’acqua.


Per prevenire la carie allora cosa fare?


Si può insegnare ai bimbi a lavarsi i denti già poco dopo l’anno di età. Il bambino è in grado di imitare il genitore e se gli si dà uno spazzolino da denti, comincerà ad esplorarlo con la bocca e a succhiarlo. Piano piano potrà imparare anche a spazzolare grossolanamente e potrà essere aiutato dalla mamma o dal papà al fine di una migliore pulizia. L’uso del dentifricio non è essenziale, infatti la principale azione preventiva è svolta dall’attività meccanica di sfregamento delle setole sui denti. Tuttavia essendo il dentifricio una fonte di fluoro che si aggiunge a quello assunto con l’alimentazione, qualora l’acqua che si beve in famiglia ne sia particolarmente priva, è possibile utilizzare un dentifricio per bambini in modestissime quantità – il bambino molto piccolo infatti non è in grado di sputarlo e lo ingerisce.


La cosa fondamentale per prevenire i problemi ai denti è quindi educare i bambini alla corretta igiene orale, oltre ad evitare di mangiare caramelle e dolcetti a tutte le ore del giorno: non occorre bandire i dolci dalla dieta del bambino, ma sarebbe meglio concentrarne l’assunzione alla fine di un pasto principale, in modo che i residui vengano prontamente lavati via.

mercoledì 24 febbraio 2010

Bambini piccoli scienziati

I bambini sono grandi osservatori del mondo: loro osservano tutto con grande curiosità, esplorano , fanno e ripetono azioni, si domandano il perché delle cose. Queste sono caratteristiche che solo gli scienziati possono avere così sviluppate.
E i bambini inoltre, sono appassionati di tutto quello che il mondo può offrirgli: arte, musica, ballo, cucina, pulizie, tecnologia e soprattutto natura.

Purtroppo, soprattutto nelle grandi città, molti bambini non hanno a disposizione un bello spazio verde ed incontaminato dove poter stare un po’ a contatto con la natura.
E anche i bambini che hanno la fortuna di averlo sono spesso ostacolati dagli adulti nella loro libertà di esprimersi: “sta attento!” “Non farti male” “non sporcati” “non correre” “non buttarti in terra”.

I bambini dovrebbero però essere lasciati liberi di sperimentare ed esplorare, con le debite salvaguardie certo, ma che siano solo limitate al pericolo vero.

Così li vedrete osservare piccoli animali, il vento che muove le foglie, i colori del cielo o la forma delle nuvole, annusare l'erba o...assaggiarla.

Ogni tanto proviamo a rallentare i nostri ritmi frenetici, senza farli correre per la troppa fretta di fare tanto in poco tempo, e rispondiamo ai loro perché e alle loro curiosità, ne guadagneremo tutti.

I bimbi riservano la loro attenzione a tutto ciò che li circonda, e il loro massimo potenziale di assorbimento di informazioni è tra 0 e 3 anni, Maria Montessori lo definiva il “periodo creativo” , al quale fa seguito il periodo costruttivo (3-6) dove le informazioni assorbite nei primi 3 anni vengono elaborate ed “incasellate” nel posto giusto.

E’ questo il motivo per cui, quando si portano in un posto nuovo, alla fine crollano addormentati stanchissimi, anche i più piccini, che apparentemente sono stati “solo” in braccio.

I nostri piccoli scienziati hanno lavorato tanto e alla fine..un bel sonno ristoratore è proprio quello che ci vuole.

Parto in casa: parliamone


Il parto in casa è una delle possibilità che si presentano ad una coppia in attesa di un figlio. Sebbene per i più sia probabilmente un’eventualità sconosciuta, è ancora possibile partorire in casa, scegliendo di accogliere il proprio figlio nelle calde mura domestiche, lontano dalle lampade di una sala d’ospedale, per quanto l’ambiente sanitario possa avvicinarsi alle esigenze di donna e bambino.

Il prossimo mese abbiamo in programma un incontro con l’ostetrica Diana Panfili, un’esperta di parto in casa, che ha aiutato a nascere per alcuni decenni i bambini nelle loro case e che ancora oggi esercita la professione ed è disponibile per questa pratica.


Invitiamo perciò tutti gli eventuali interessati, mamme e papà, ad approfondire con noi la conoscenza di questa realtà, per giungere alla scelta del luogo e delle modalità del parto con un’informazione in più e quindi maggiore consapevolezza.

L’incontro si svolgerà nell’ambito del nostro “Mamma ti ascolto”, presso i locali della parrocchia di San Valentino, a Terni, il giorno 9 marzo 2010, dalle ore 17.00 alle 18.30.

Pianti serali



Capita spesso che la sera i neonati iniziano a piangere, a lagnarsi ,dando luogo a nervosismi e preoccupazioni, pensando che il latte non sazia e che il bimbo ha fame , ciò può essere anche vero visto che è la fisiologia della produzione del latte, ma un altro fattore da non sottovalutare è la stanchezza del bambino.
Anche questo piccolo esserino, durante la giornata, cerca di creare il proprio equilibrio, incontrandosi e scontrandosi con la stanchezza dei genitori. E’ l’unico modo per cercare di dar sfogo è il pianto.
Allora che fare?
Una soluzione potrebbe essere quella di abbandonarsi nell’intimità della propria famiglia tra il silenzio, la serenità e le coccole di mamma, papà e bambino, allontanandosi momentaneamente, dalle notizie, dalle chiacchere, e dalla fretta che viviamo durante la giornata

domenica 21 febbraio 2010

Primo compleanno



Un anno è ormai passato e, avvolta dall’atmosfera di questo periodo, assorta nei ricordi, contemplo la mia creatura e penso al magico momento in cui la vidi per la prima volta.

L’emozione torna viva e mi ritrovo a pensare a quella sera, in cui timidamente ti affacciavi alla vita, a quella notte che sole siamo state insieme nella tenue oscurità, a conoscerci, ad abbracciarci, ad annusarci.

Grazie amiche di Nascere in casa per avermi accompagnato fin qui, perché mi insegnate a crescere con i miei figli: il percorso è stato lungo e spero di fare ancora tanta strada con voi, e di essere per qualche altra mamma di conforto e di aiuto a mia volta. È anche per questo che sono con voi.
Grazie a tutte, Barbara



sabato 20 febbraio 2010

Gattonare o camminare?

“Il mio bambino ha un anno ed ancora non gattona”- ”Il mio invece ha dieci mesi e già cammina”…
È proprio così, così come per la crescita, anche lo sviluppo motorio dei bambini è del tutto personale – e lo stesso si potrebbe dire per il linguaggio.
Ci sono bimbi che non si interessano alla posizione eretta fin oltre l’anno di età, anche verso i 15 mesi, altri invece che già a dieci mesi fanno affaticare le loro mamme, chine a tenerli per le esili braccia per muovere i primi passi. Ci sono poi bimbi di otto mesi che gattonano di qua e di là, a casa come in spiaggia o su di un soffice prato, altri invece che non gattoneranno mai, ma passeranno dalla posizione seduta direttamente a quella eretta ed alla camminata bipede.
Infine sono possibili numerose sfumature: ogni bambino scopre il suo personale modo di spostarsi, magari saltellando sul sederino, trascinando una gamba e spostando l’altra carponi e via dicendo…purché sia comodo per lui, qualunque metodo va bene.

Risvegli notturni


Nel neonato il ritmo del sonno è regolato dalla fame e dalla sazietà, e conserva le caratteristiche del sonno fetale.
Il bambino non conosce l’alternanza del giorno e della notte e perciò si risveglia a qualsiasi ora, tutto ciò va accettato e rispettato pur se molto stancante.
Nelle prime settimane di vita è opportuno adeguarsi ai ritmi del bambino, dormendo con lui, a intervalli, offrendogli il seno quando si svegli spontaneamente.
E’ importante assecondare i suoi ritmi perché il bambino sta lavorando per trovare il giusto equilibrio.
Sta a noi far capire il giorno e la notte, perché pur assecondando i risvegli del bimbo, bisogna far sentire la differenza . La notte è essenziale che il bambino si svegli in un atmosfera di poca luce e di silenzio, per non svegliarlo del tutto cercare di non cambiargli il pannolino, e talvolta è anche inutile girare per la stanza aspettando il famoso ruttino che esca.
Viceversa di giorno è giustissimo rispettare i suoi ritmi di sonno ma senza creare un buio artificiale e facendogli sentire i rumori naturali del giorno. E’ essenziale anche limitare le continue visite di amici e parenti, la madre ha bisogno di riposo e serenità.

Nati con la camicia

Se qualcuno è veramente fortunato si dice che "è nato con la camicia".

Chi sono veramente i bambini nati con la camicia?

Sono i bambini nati con tutto il sacco amniotico che si rompe solo mentre il bambino vede la luce, e rimane quindi attorno al suo corpicino come una camicia.
Poiché è un evento abbastanza raro, si credeva, in passato, che i bambini nati con la camicia fossero bambini particolarmente fortunati.

Un fondo di verità comunque c’è, al giorno d'oggi i bambini nati con la camicia sono davvero pochi , perché spesso il sacco si rompe da solo durante il travaglio e spesso, purtroppo, viene rotto appositamente dal personale ospedaliero per accelerare la nascita.

In realtà bisognerebbe lasciare che la natura faccia il suo corso, e il sacco si rompa in modo naturale, quindi i bambini nati con la camicia sono davvero fortunati, perché la loro nascita è stata, almeno da quel punto di vista, rispettata.

venerdì 19 febbraio 2010

Igiene del neonato

Creme, profumi, talco, shampoo,etc. tanti prodotti per un solo bambino, ma serviranno per il nostro bambino e per noi?
A nostro parere no, anche perché sinceramente i neonati non hanno nessuna necessita di essere “sgrassati” o di essere riempiti da profumi visto il buon profumo della loro delicata pelle.

Per pulire i neonati la soluzione è banale: fino a 6-8 mesi non hanno bisogno di alcun prodotto pulente, anche quelli più sicuri trasmettono alla pelle del bambino dei profumi che possono infastidirlo.

Per il bagnetto utilizzare l’acqua con un po’ di sale marino integrale da cucina , perché durante l’immersione l’organismo perde sali minerali e un po’ di amido di mais, possibilmente da agricoltura biologica, sia per il corpo che per i capelli.
Sale marino integrale e amido di mais sono facilmente reperibili al supermercato, e sono a basso costo.

Per i bambini dagli 8 mesi in poi si possono utilizzare detergenti delicati e sicuri al 100%.

mercoledì 17 febbraio 2010

Noi NICU


Abbiamo detto che siamo un gruppo di mamme e papà e ci occupiamo di dare informazioni e sostegno su parto, allattamento, svezzamento…

Ma dove reperiamo le informazioni? Potete fidarvi di noi?

La nostra associazione è nata all’interno di un consultorio e da lì sono passati tutti i nostri membri o quasi.
Noi in verità lo chiamiamo IL consultorio e non UN consultorio, perché nel suo campo è veramente un’oasi felice, è stata la casa natale di noi come genitori, lì abbiamo cominciato a capire un po’ come stavano veramente le cose…stiamo parlando del consultorio Città Giardino di Terni… avremo modo in futuro di presentarvelo più da vicino.

E già quella è stata una bella scuola..

Ma per fare consulenza sull’allattamento serve qualcosa di più. Periodicamente quindi svolgiamo corsi di formazione specifici con consulenti per l’allattamento al seno , e recentemente anche di counseling…per essere un po’ più bravi nell’ascoltare gli altri e per capire le loro esigenze.

Abbiamo poi la fortuna di conoscere diversi esperti, che periodicamente incontriamo per saperne ogni volta qualcosa in più…

E abbiamo imparato, e impariamo ogni giorno, sulla base delle nostre esperienze, perché non siamo operatori sanitari, siamo genitori, con le nostre paure, i nostri dubbi , i nostri momenti no , ma con tanta tanta voglia di condividere e di dare sostegno.

Insomma potete fidarvi ?

Voi leggete quel che abbiamo da dirvi… identificatevi…pensateci su , soffermatevi un po’, trovate la vostra strada…chissà forse sarà la stessa che abbiamo trovato anche noi …

martedì 16 febbraio 2010

Preparare il colostro?

Rispondiamo ad una domanda che ci è stata posta: è possibile preparare il colostro?

Intorno agli ultimi mesi di gravidanza può capitare, ad alcune donne, di vedere uscire dal capezzolo del liquido, il cosiddetto colostro.
Se ciò non avviene non significa che non si potrà allattare, ma che il nostro corpo si sta modificando e agisce in modo differente.

Non si può preparare anticipatamente la venuta del colostro, tutto avverrà in modo naturale e fisiologico dopo il parto, se si rispetterà la natura , e i tempi del vostro bambino, sarà lui in modo unico e meraviglioso che stando a contatto con voi, respirando l’odore della vostra pelle si avvicinerà al vostro capezzolo e lì troverà tutto quello che avrà bisogno nei primi giorni della sua esistenza.
Avete altre domande da farci? Anche delle semplici curiosità...
Vi piacerebbe vedere pubblicato un post su un determinato argomento?
Contattateci pure all'indirizzo nascereincasaumbria@libero.it . Saremo lieti di rispondere alle vostre domande...

domenica 14 febbraio 2010

San Valentino

(immagine tratta dal sito http://www.sanvalentinoterni.com/)


Oggi vorremmo raccontarvi la storia del santo patrono di Terni, la nostra città, diventato il famoso protettore di tutti gli innamorati.

Le vera storia di San Valentino non è ben documentata, tanto è che la chiesa cattolica, in mancanza di supporti storici, lo ha rilegato a “santo minore” nel calendario ufficiale ( se guardate i calendari ben fatti oggi vedrete che si festeggiano i ss. Cirillo e Metodio!!!).

Comunque fatto sta che questo “santo ternano” è famosissimo in tutto il mondo.

Qual è sua storia?

Valentino è nato ad Interanma (attuale Terni) nel 175 d.c. ed è diventato vescovo della città nel 197 d.c.

Valentino possedeva un magnifico giardino pieno di fiori, dove i bambini potevano giocare liberi e felici, mentre il vescovo, rallegrandosi, li guardava dalla finestra. Alla sera regalava a ciascuno di loro un fiore da portare alla mamma, così era sicuro che tutti sarebbero subito corsi nelle proprie case.

Il giardino di Valentino era coltivato da lui stesso, un giorno di un mese di febbraio, mentre era intento alla sua cura, vide passarvi vicino due giovani fidanzati che stavano litigando. Si avvicinò e diede loro una rosa rossa, facendogliela stringere tra le mani e facendogli fare attenzione per non pungersi e pregando perché il Signore potesse far rimanere vivo il loro amore.

Nel tempo in cui viveva il vescovo Valentino era molto diffuso il paganesimo, e i cristiani erano perseguitati. Valentino fu il primo a celebrare un matrimonio tra un cristiano e una pagana, ma questo suscitò l’ira dell’imperatore pazzo Claudio II che stava perseguitando tutti i cristiani.

Un giorno i soldati di Claudio II imprigionarono Valentino, in una prigione sulla Via Flaminia. I bambini di Valentino piansero tanto e anche il vescovo era triste per loro, senza di lui non avrebbero avuto più un luogo dove giocare. Il Signore, vedendo Valentino così triste, liberò i suoi due piccioni viaggiatori che stavano in una gabbia del suo giardino.
I piccioni arrivarono alle sbarre della finestra della cella. Valentino legò un sacchetto a forme di cuore, contenente un biglietto, al collo di uno , al collo dell’altro legò la chiave del suo giardino. I piccioni volarono dai bambini che li accolsero con grande gioia, nel biglietto c’era scritto: “A tutti i bambini che amo…dal vostro Valentino".

L’ultimo gesto d’amore Valentino lo ha fatto poco prima di morire, si innamorò della figlia cieca del guardiano e, miracolosamente, le ridiede la vista. Poco prima della sua condanna le scrisse un biglietto d’addio che terminava anch’esso con “…dal vostro Valentino”.

Così finisce la bella e triste storia di San Valentino. Avrete notato tante cose che sono diventate il simbolo della festa di oggi: i fiori, il cuore, i colombi, il mese di febbraio, i Valentini…

Se volete potrete raccontare questa storia, o parte di essa, ai vostri bambini o alle persone che amate.

Buon San Valentino a tutti.

Arriva un fratellino


L’arrivo di un fratellino è sempre un evento catastrofico in una famiglia. Gli equilibri relazionali ormai stabiliti devono riconfigurarsi in seguito alla venuta di un nuovo protagonista e l’arrivo dell’”intruso” è sempre seguito da un periodo per tutti troppo lungo di capricci, pianti, nervi a fior di pelle…Il neonato è finalmente a casa ed il più delle volte il suo fratellino maggiore chiede in un modo o nell’altro di rispedirlo al mittente: riportarlo in ospedale, o addirittura dentro la pancia – proprio non immaginava che il suo avvento all’interno della famiglia sarebbe stato definitivo.
Dobbiamo stupirci di questo?
Certamente no, soprattutto se il primogenito è ancora troppo piccolo per avere esperienza di come vanno a finire questo genere di cose.
Allora è nostro compito, di genitori, aiutarlo a comprendere ed accettare gli inevitabili cambiamenti che l’arrivo del fratello tanto atteso comportano. Meglio sarebbe preparare il proprio figlio durante la gravidanza – ma se vi trovate già in quattro non importa, siete ovviamente sempre in tempo – cercando di spiegare nei momenti di quiete e serenità che i cambiamenti ci saranno, che sarete tutti felici di accogliere il nuovo nato, ma che sicuramente il suo arrivo comporterà alcuni mutamenti nel vostro rapporto a due.
La chiarezza è sempre la cosa migliore, ancor più con un bambino piccolo, che ha bisogno di essere rassicurato e che vedrà sul fratello o sorella catalizzata l’attenzione del mondo intero. L’amore immutato che nutrite nei suoi confronti non è un fatto ovvio ed egli ha bisogno di sentirsi dire che lo amate ancora come prima, anche se dovete dedicare un po’ del vostro tempo, che prima era tutto per lui, ad un’altra persona.

sabato 13 febbraio 2010

Perchè tutte le mamme non hanno latte?


Recentemente qualcuno ha avuto accesso all'articolo “Tutte le mamme hanno il latte?”, effettuando la ricerca: "Perchè tutte le mamme NON hanno latte?"

Dubbio lecito e veritiero se pensiamo che solo qualche anno fa, molte delle nostre mamme non sono riuscite ad allattare e ci hanno cresciuto con le varie forme di latte artificiale con la convinzione che il loro latte non era abbastanza oppure come qualche pediatra lo definiva era diventato “ACQUA” (CHE FANTASIA!).

Comunque fatto sta è che tutte le mamme possono allattare ma non è tanto facile come sembra , perché legato all’allattamento abbiamo tanti piccoli processi che possono intervenire negativamente, tra cui i vari problemi del seno: un non attacco precoce del bambino al seno, un attacco sbagliato, un ingorgo o una mastite, tutti problemi risolvibili con il giusto sostegno alla mamma e con poche ma giuste informazioni .

Il problema infatti è questo: la mamma viene lasciata da sola senza un sostegno e senza avere delle giuste informazioni anzi il più delle volte chi le sta vicino insinua dicerie, chi di noi non ha sentito le frasi: “… il tuo latte non è buono, hai visto che sta sempre attaccato: non si sazia” oppure “ hai visto il bimbo della vicina come bello cicciotello: gli dà il latte artificiale e guarda come cresce sano”(il cosiddetto “l’erba del vicino è sempre la migliore”)……. ed ancora “ non prenderlo sempre in braccio che si VIZIA”…….potremo scrivere un libro su tutto questo ma ci fermiamo qui, perché l’unica cosa che deve accompagnare una madre dovrebbe essere "brava , ti sosteniamo nelle tue scelte”.

Crediamo che i genitori devono avere il giusto sostegno e tutte le informazioni scientifiche e umane che accompagnano la vita del bimbo, e non dei detti popolari o delle leggi commerciali, solo cosi potranno scegliere in totale consapevolezza, serenità e libertà sia se la mamma allatterà il bambino sia se sceglierà il latte artificiale.

giovedì 11 febbraio 2010

Quanto mangia un neonato

Durante il primo periodo dopo la nascita, almeno per il primo mese, è diffusa l’abitudine di ricorrere alla bilancia, per fare la cosiddetta “doppia pesata”, verificando la quantità di latte ingerita dal bambino ad ogni poppata – si pesa il bambino prima e dopo la poppata e si valuta il suo aumento. Questa pratica non solo non è necessaria, ma genera ansia nel genitore, che potrebbe notare che il proprio figlio mangia meno di quanto previsto… ma previsto da chi?

Ogni bambino ha il suo particolare modo di alimentarsi: ci sono bimbi che poppano anche per un’ora di fila, altri per 30 minuti, altri ancora soltanto per 5 minuti, e poi sono sazi, e qualunque altra via di mezzo è possibile. Anche l’intervallo tra le poppate è assolutamente personale: vostro figlio potrebbe aver mangiato da pochi minuti ed avere bisogno di attaccarsi di nuovo al seno, soltanto per sete. Quindi:

1) ogni bambino assume di volta in volta la quantità di latte di cui ha bisogno in quel momento, ed ogni poppata è diversa dall’altra;

2) ogni bambino è diverso dagli altri e non si può stabilire una quantità di latte “universalmente giusta”.

E se oggettivamente un bambino cresce poco? Se alla visita di controllo il pediatra osserva che la sua crescita non è adeguata? Come poteva la mamma rendersi conto di questo?

Se ci si fida del bambino e lo si allatta a richiesta, non si utilizza la bilancia, ma si osserva lo stato di benessere del piccolo. Un bambino vispo, tonico, non eccessivamente sonnolento, è un bambino che sta bene e molto probabilmente si sta alimentando correttamente, come il proprio fisico gli richiede, e come la natura ha programmato che faccia.
Esiste però anche un semplice metodo per controllare che il bimbo sia sufficientemente idratato: il conteggio dei pannolini bagnati.

Un bimbo che assume latte a sufficienza dovrebbe bagnare di pipì almeno 5-6 pannolini al giorno.

Attenzione! Il pannolino deve essere inequivocabilmente bagnato, ovvero non è necessario toccarne l’interno o annusarlo, lo si capisce soppesandolo tra le mani: la differenza con il pannolino asciutto è evidente. Per chi avesse ancora qualche dubbio, suggeriamo di inserire all’interno del pannolino un pezzetto di stoffa di cotone, in modo che al tatto risulterà sicuramente bagnata nel caso in cui il bambino abbia fatto pipì.
N.B. Questo conteggio è valido dopo che il seno comincia a produrre latte, poiché fin quando il bimbo si alimenta con il colostro, il liquido assunto è esiguo ma concentrato.

Durata della poppata

Un altro mito da sfatare è quello della durata delle poppate, all’inizio dell’allattamento viene suggerito spesso di limitarla a dieci minuti o ad un quarto d’ora per seno.
Il più delle volte però, è proprio questo uno dei problemi frequenti per la produzione del latte poiché non sempre il riflesso di fuoriuscita del latte viene attivato nei primi minuti e se il bambino verrà staccato prima e il seno quindi non sarà stato sufficientemente stimolato, la produzione del latte potrebbe non cominciare nemmeno.

Poppate frequenti e senza limiti di tempo sono la garanzia per una buona produzione del latte.

martedì 9 febbraio 2010

Brainstorming

(Brainstorming di un bambino di 4 anni e la sua mamma sul tema dei pirati)

Il brainstorming (letteralmente tempesta di cervelli), è una tecnica creativa usata spesso in ambito aziendale per la risoluzione di problemi o lo sviluppo di nuovi progetti .
Il funzionamento è molto semplice, basta assegnare un tema e poi viene chiesto ai partecipanti di dire “a getto” tutte le idee che gli vengono in mente.
Questa tecnica, oltre che in ambito lavorativo, è applicabile in molteplici ambiti, per esempio come approccio nell’affrontare un argomento con un gruppo di persone, come mezzo didattico oppure come gioco per i bambini.

Con i bambini come si fa?

Si prende un bel foglio grande, possibilmente bianco, un cartoncino oppure 4 fogli A4 legati fra loro con del nastro adesivo.

Si mettono a disposizione del bambino o dei bambini diversi strumenti creativi: pennarelli, pastelli, acquerelli, digitopittura etc…

Volendo possono partecipare con i bambini anche gli adulti.

Poi si sceglie un tema, se lo sceglie il bambino sarà per lui ancora più gratificante. Possibili temi possono essere: il mare, la fattoria, i pirati, il mercato, la scuola etc…

Dopodiché largo alla fantasia: ciascuno disegnerà come vuole e dove vuole tutto quello che vuole sul tema scelto.

E’ importante non porre limiti ai disegni, né tentare di correggere i bambini se il loro lavoro appare “bruttino” oppure non idoneo al tema scelto. I bimbi non devono sentirsi giudicati ma liberi di esprimere la loro creatività.

Anche gli adulti possono partecipare con lo stesso spirito, liberare la mente e lasciarsi andare può essere una bella esperienza.

Per i più grandi…

La tecnica del Brainstorming può essere utilizzata, da bambini e ragazzi, anche per ripassare le materie scolastiche.
Provare per esempio con la lezione di storia o di geografia. Il bambino o il ragazzo potranno svolgere questa attività anche individualmente, buttando giù sul foglio tutti i concetti che gli vengono in mente sul tema appena studiato. Il cervello, in questo modo, sarà particolarmente stimolato a ripescare “dalle sue caselle” le informazioni acquisite.

I luoghi del parto



I nove mesi della gravidanza, sono mesi in cui il nostro corpo si modifica, iniziamo a sentire il nostro bambino, scegliamo il nome e magari andiamo in giro per comprare il “corredino” del bimbo, ma tra tutte queste cose che vengono fatte, non possiamo dimenticare la scelta del luogo
dove nascerà il nostro bambino.

La scelta del luogo è importantissima, non deve essere data per scontata, ma anzi nei nove mesi i genitori dovrebbero valutare bene le informazioni acquisite e considerare tutte le alternative possibili.
E’ importante che vi rendiate conto dell’ambiente in cui decidete di partorire andandoli a visitare e facendovi chiarire dal personale la routine ospedaliera e l’approccio nei confronti della gravidanza, del parto, magari potete proporre il “piano del parto” un foglio su cui scriverete quello che vorreste trovare e avere nel giorno del parto e con chi lo vorrete condividere.

Partorire è sempre un’esperienza intensa e personale, per questo è essenziale che l’ambiente risponda alle vostre esigenze. Per alcune donne la scelta più giusta sarà partorire a casa, altre in un ospedale dove si rispetterà la natura del parto, altri sceglieranno un ospedale super tecnologico, fatto sta è che qualsiasi scelta verrà presa ,dovrà essere consapevole, ma anche flessibile per ogni tipo di cambiamento che potrà verificarsi il giorno del parto.

lunedì 8 febbraio 2010

Il piano del parto


Ogni genitore durante i nove mesi di attesa oltre a informarsi e a conoscere il luogo dove partorirà potrà portare all’ospedale il cosiddetto Piano del parto, ossia quello che i futuri genitori vorrebbero il giorno del parto nei limiti della fisiologia, è cosi oltre a quello che potete scaricare dal nostro sito vi è anche quello scritto dall’incontro delle coppie nel consultorio di città giardino Terni, visto da un altro punto: il neonato.


………..Si potrebbe iniziare così…………..

Gent.issimo prof…..
Siamo una coppia di futuri genitori in attesa di un bambino/a ed è in suo nome e per suo conto che siamo qui ora a scriverle queste righe perché vorremo tanto che il giorno della mia nascita fosse per tutti noi veramente speciale……….e così se già da dentro il pancione della mia mamma potessi esprimere qualche desiderio, questi sarebbero i miei……………….

- che alla mia mamma sia data la possibilità di vivere ogni momento di questa esperienza nel rispetto dei suoi tempi fisiologici, in un ambiente che la faccia sentire quasi come se stesse a casa sua, con accanto il mio papà o chiunque altra persona che lei desideri avere al suo fianco in questa esperienza; rassicurata dalle vostre spiegazioni su ciò che man mano le succederà o che dovrete fare a lei ed in seguito a me; libera di muoversi durante il travaglio e di scegliere le posizioni in cui spingere che più desidera e magari anche libera di ascoltare la sua musica preferita.
- Se a tutto questo poi facesse da sfondo una stanza illuminata da luci soffuse e dove siano ridotti al minimo gli elementi di disturbo, allora si che la mia mamma riuscirebbe a rilassarsi ed a concentrarsi solo su se stessa e su di me.
- Una volta nato\ a vorrei tanto poi ritrovarmi dal primo istante al calduccio tra le braccia della mia mamma e le coccole del mio papà, aspettare qui che il mio cordone ombelicale smetta di pulsare prima di essere tagliato ed avere tutto il tempo per trovare il seno della mia mamma e consolarmi, dopo tanta fatica, con ciò che di buono c’è li in serbo proprio per me….

……. E concludere….

- Lei è tutto il suo personale saranno le prime persone , che oltre alla mia mamma e al mio papà, conoscerò non appena verrò al mondo, ed è per questo che è a voi che ho voluto confidare i miei primi desideri,sento infatti che di voi posso fidarmi perché so che farete del tutto per farli avverare……. Per questo già da ora, insieme alla mia mamma e al mio papà vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino……

domenica 7 febbraio 2010

Le costruzioni

Uno dei giochi più belli che potete regalare ai vostri figli sono senza dubbio le costruzioni.
In plastica o in legno, ad incastro o no, le costruzioni stimolano la fantasia del bambino, che inventa ogni giorno un nuovo modo di giocare.
Castelli, torri, muretti, macchine, ma anche dolcetti, biscotti, polpette…di volta in volta i mattoncini si trasformano per vostro figlio in ciò che egli desidera, e non si stancherà mai di giocare con le sue costruzioni. Anche col passare degli anni cambia il modo di giocarci, ma a qualunque età le costruzioni risultano un graditissimo passatempo.
Chi ha due figli o più può osservare come anche i più piccini siano attratti dalla forma, dal colore, dalla quantità dei pezzi a disposizione, sperimentando il rumore prodotto dal loro urto o lanciandoli intorno a sé, o più semplicemente portandoli alla bocca. Si tratta decisamente di un gioco più interessante dei sonagli, che vengono guardati per pochi secondi e poi abbandonati, o dei vari giocattoli sonori elettronici che “stordiscono” il bambino con luci e suoni ripetitivi.


Attenzione: I bimbi di nove-dieci mesi gradiscono molto questo genere di gioco, ma possono utilizzare soltanto mattoncini di dimensioni abbastanza grandi da non poter essere causa di soffocamento, o da non essere inalate. Perciò, mamme sempre presenti e costruzioni “da grandi” – quelle con piccoli pezzi – fuori dalla portata dei bimbi troppo piccoli.

sabato 6 febbraio 2010

Il miele


Parlando di autosvezzamento avevamo detto che i bambini, a partire dai 6 mesi di vita, posso mangiare tutto.

Ma proprio tutto tutto?

In realtà una piccola controindicazione c’è e riguarda il miele.

Il miele prodotto artigianalmente può contenere il botulino (una proteina tossica), che i bambini al di sotto di un anno hanno maggiori difficoltà a gestire.

E’ perciò sconsigliato dare miele artigianale al di sotto di un anno di età.

Il miele prodotto industrialmente da questo punto di vista è sicuro (anche se qualche mamma ecologica preferisce non acquistarlo, vista la probabilità che alle api sia stato dato antibiotico. Ricordiamo, comunque, che questa pratica è vietata negli allevamenti della comunità europea ).

Sempre riguardo al miele è altamente sconsigliabile mettere il miele sul ciuccio o sul capezzolo, per far attaccare il bambino.
Oltre ai motivi suddetti, il miele prima dei 6 mesi, provoca uno squilibrio dei sistemi di alimentazione e digestione, è pur sempre un alimento “estraneo” al solo latte che un bambino dovrebbe assumere prima di quell’età.

Ultimo, ma non meno importante, favorisce la formazione di carie e la comparsa della linea nera dentale.
La linea nera dentale è una riga di colore scuro presente lungo le gengive, è frequente nei bambini che hanno usato il ciuccio con il miele o hanno acquisito l’abitudine di dormire con in bocca il biberon contenente latte artificiale.

Cinemammiamo?




(sullo schermo la proiezione del film Alvin Superstar 2)













Cinemamme del 4 febbraio 2010

mercoledì 3 febbraio 2010

Quando attaccare al seno il neonato



E’ ormai scientificamente provato che un bambino andrebbe attaccato al seno a richiesta e non seguendo uno schema orario. Questo perché solo il bambino è in grado di decidere quando ha bisogno di bere e in che quantità, e questo regola la produzione di latte. Inoltre la composizione del latte varia di poppata in poppata e anche nell’ambito della stessa, il primo latte che prende il bambino è più acquoso e dissetante, il successivo sarà più grasso e più in grado di sfamare.
Quindi chi potrebbe sapere, se non il bambino, quando ha sete o fame?


Come fa il bambino a manifestare il desiderio di essere attaccato al seno ?


E’ idea diffusa che il bambino manifesti la fame e la sete con il pianto. In realtà il pianto è solo una manifestazione tardiva.
Anche quando un bambino dorme, infatti , ci sono dei segnali che ci possono far capire che è arrivato il momento di attaccarlo al seno: il bambino gira la testa, tira la fuori la lingua come un cucchiaino…sembra che stia già poppando… ecco quello è il momento giusto!!!

Paura di interrompere il “magico momento” del sonno?

In realtà avviene proprio il contrario, se non si esaudisce il suo desiderio il bambino si sveglierà per bene e inizierà a farci capire qual è la sua richiesta con il pianto.
Se invece lo assecondiamo, è molto probabile che si riaddormenti immediatamente, quasi sicuramente mentre sta poppando.

Un altro segnale di fame è il mettersi i pugnetti in bocca, anche se molti bambini lo prendono come “gioco” e lo fanno spesso durante la giornata, molti addirittura lo hanno imparato a fare dentro il pancione della mamma…in questo caso si “studia “ un po’ la situazione e si procede un po’ per tentativi. Dopo un po’ di tempo mamma e bambino saranno talmente in sintonia e per loro due non ci saranno più ombre di dubbi…

lunedì 1 febbraio 2010

Viziare i bambini



Oggi si parla tanto di ”bambini viziati”
Ma che vuol dire viziare i bambini?
Il vizio è qualcosa che fa male: alcool, fumo, droga…
Se, per esempio, un bambino dorme con la mamma è viziato? Secondo alcuni si..ma gli fa veramente male? E se mamma e bambino sono felici così? E’ vizio lo stesso?
Anche in questo caso la risposta è: per alcune persone si..
Sembra quasi che vizio sia: una cosa sbagliata rispetto agli altri.
Già, gli altri… spesso e volentieri il parere di terze persone incide talmente tanto da far cambiare le abitudini di una famiglia.
Prendiamo l’esempio già citato, una mamma e un bambino che vorrebbero dormire insieme. Lui piange appena viene messo nel lettino, lei si sente rivoltare tutta: cervello, viscere, cuore… solo perché qualcuno le ha detto “non farlo dormire con te altrimenti si vizia”… così i sensi di colpa e inadeguatezza della mamma si moltiplicano, se tiene il bambino nella culla sta male, perché vorrebbe tenerlo con sé, se lo tiene nel suo letto pensa di non riuscire a fare quello che dicono gli altri, quello che è bene per entrambi.
Ma il bene di entrambi lo possono stabilire solo i diretti interessati, non esiste un criterio standard per tutti, ognuno sceglierà la modalità che lo fa stare meglio.
Così quello che per qualcuno sarà un vizio, per altri sarà perfettamente normale, basta leggersi dentro, capire quello che si desidera fare… … e fare le proprie scelte.
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